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Catone, Marco Porcio.

(detto il Censore).Giureconsulto, oratore e uomo politico romano. Divenne presto notissimo in Roma per l'austerità dei costumi, l'integrità del carattere, l'eloquenza vigorosa. Dopo essersi segnalato per le sue qualità militari e aver ricoperto vari uffici pubblici, con brillanti risultati, fu fatto console. Come tale guerreggiò felicemente in Spagna; nominato censore (184), flagellò senza pietà i vizi che trascinavano la Repubblica a sicura rovina; fra l'altro cacciò da Roma il filosofo Carnèade il quale insegnava il disprezzo degli Dei. Osò perfino censurare la famiglia degli Scipioni per lo sfrenato lusso, sì che il grande Scipione dovette ritirarsi in esilio nella sua villa a Literno. Scrisse varie opere, di cui citiamo: i libri ad Marcum filium (pervenuti pochi frammenti) dove manifesta la sua avversione ai maestri greci e ai loro insegnamenti; le Origines in 7 libri (pochi frammenti), dove tratta della storia di Roma sotto i re e delle origini delle città italiche; le Orazioni, di numero incerto: oggi se ne conoscono i frammenti di circa ottanta; il De agricultura, trattato di tecnica agricola, che è il più antico testo di prosa latina a noi giunto (Tuscolo 234-149 a.C.).